Genio italico, replicano le moto

Artigiani – Meccanici di Sant’Andrea in Casale

replicano le moto – più belle delle originali

Sono Italo e Fabio Zerbini. Da Riccione, hanno aperto l’officina (linda come un ristorante) lo scorso maggio a Sant’Andrea. Italo ha partecipato al mondiale negli anni ’70. Il figlio è un’enciclopedia vivente.

Volete una moto storica di 50 anni fa? O dei primi anni ’70? A Sant’Andrea in Casale ci sono gli Zerbini, Fabio ed il babbo Italo. Sanno replicare i blasonati marchi ancora più belli degli originali. Riproducono ogni pezzo, dall’“a” alla zeta, con una precisione assoluta. Le loro repliche non sono meno belle delle originali. Naturalmente, sono degli autentici gioiellini e come tali il prezzo non si chiede. Hanno appena restaurato un mito bianco e azzurro. Si tratta della Yamaha Y2R 250, che disputò il mondiale nell’88 e nell’89. Su questo bolide corse il funambolico spagnolo Juan Arriga; giunse secondo nel mondiale.

La sua due ruote era malconcia, allora si è affidato agli artigiani romagnoli che l’hanno riportata agli antichi splendori. Il contatto è avvento quasi per caso. Lo scorso ottobre sono stati in Spagna, a Valencia. Nel circuito intitolato a Ricardo Tormo si teneva una vetrina di moto storiche. I riccionesi vi hanno portato una Morbidelli 125 tirata a specchio che si cimentò nel mondiale del 1976 con Italo in sella. Quel capolavoro era finito sulla rivista spagnola “Motos de Ayer”. Durante la kermesse conoscono Garriga che gli affida la sua Yamaha.

L’“Officina Moto Show” di Sant’Andrea in Casale è stata aperta lo scorso maggio. Oltre alle repliche, fa restauro e naturalmente le riparazioni delle moto di oggi e di ieri. Si presenta luminosa e pulita, una pulizia che denota la passione per il lavoro. Dice Fabio: “Per noi deve essere più pulita di un ristorante”. Trentacinque anni, un’enciclopedia vivente della storia delle motociclette (sa tutto), grande conoscitore di pezzi e materiali, prima di aprire l’officina ha lavorato come motorista e telaista alla “Tm” di Pesaro, azienda leader nel mondo per la costruzione dei kart e delle supermotard. Il babbo Italo, oggi settantatreenne, ha corso dagli anni ’60 fino al 1980; prendendo parte anche al mondiale 125.

Iniziò le competizioni con una Aermacchi 420 del team riccionese di Getullio Marcaccini. Non è stato un campione Zerbini, ma ha seguito la passione. Dopo le corse ha fatto il meccanico con il campione riminese Pierpaolo Bianchi nella scuderia Sanvenero.

Finora nella sua officina sono state replicate moto che hanno fatto la storia delle competizioni e delle due ruote. Forse il pezzo più pregiato è la Benelli 500 del ’72, con la quale corse Jarno Saarinen. Oltre a rifare i pezzi mancanti attraverso la fusione, Fabio e Italo si sono inventati anche dei supporti per lavorare vecchi pistoni sul tornio. Insomma, rappresentano appieno il genio italico per i motori. Hanno numerosi clienti appassionati; alcuni giungono anche da molto lontano. Del suo mestiere racconta Fabio: “Quando si nasce in una vasca d’acqua, non si può dire che si è asciutti”. La sua vasca è quella dei motori.

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